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Perché studiare solo teoria non basta (e come costruire competenze pratiche per lavorare nel digitale)

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Autore articoloRedazione ABC

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Perché studiare solo teoria non basta (e come costruire competenze pratiche per lavorare nel digitale)

La crisi del modello scolastico tradizionale

Ti è mai capitato di uscire da scuola o dall’università con la sensazione di aver studiato tanto ma di non saper fare nulla di concreto? Sappi che non sei un caso isolato!

Molti dei ragazzi con cui parliamo in fase conoscitiva ci dicono di essersi trovati davanti un’offerta di lavoro che chiedeva esperienza pratica o portfolio e di non saper cosa presentare.

In realtà il problema è diffuso e centra perfettamente le difficoltà delle nuove generazioni di entrare nel mondo del lavoro o di riqualificarsi. Ma il problema non sono gli studenti quanto il modello tradizionale di scuola che si concentra soprattutto sulla teoria, lasciando scoperto l’aspetto operativo. I programmi sono pieni di nozioni, ma quasi mai ti portano a sviluppare un progetto reale o a metterti alla prova come faresti in azienda.

Nel frattempo, i selezionatori si trovano a gestire decine di curriculum simili, tutti pieni di titoli accademici e corsi frequentati. Curriculum che però risultano spesso anonimi, perché non raccontano cosa una persona sappia fare davvero. Senza un progetto da mostrare, un sito online o una campagna realizzata, diventa difficile distinguersi e uscire dal mucchio.

Il risultato? Ti ritrovi con un titolo di studio, ma senza quelle competenze pratiche e quelle prove concrete che i selezionatori cercano per capire se sei pronto a lavorare davvero.

Cosa cercano oggi le aziende nel digitale

Se provi a leggere con attenzione un annuncio di lavoro nel digitale, quasi sempre, oltre al titolo di studio, le aziende chiedono esperienza concreta: saper usare software specifici, aver già gestito progetti reali, mostrare un portfolio.

I selezionatori non si accontentano più di un “ho studiato” o di un elenco di esami superati. Vogliono vedere cosa sai fare davvero. E non è un caso: secondo l’Osservatorio Competenze Digitali 2024, il 50% delle imprese italiane considera indispensabili competenze pratiche come marketing digitale, UX, grafica e gestione dei social media.

Allo stesso modo, il World Economic Forum inserisce il UX/UI design e il digital marketing tra le prime competenze richieste a livello globale nei prossimi anni. In altre parole, i titoli senza esempi concreti rischiano di non dire nulla, mentre un progetto ben fatto o un portfolio curato possono fare subito la differenza.

Chiediti: se oggi un recruiter dovesse scegliere tra due candidati con lo stesso titolo, chi sceglierà? Quello che ha solo un CV teorico o quello che può mostrare siti online, campagne, redesign di app e lavori reali?

Anche a livello retributivo, i candidati che riescono a dimostrare le proprie competenze tecniche, in media, riescono ad accedere più agevolmente a ruoli meglio retribuiti. Dai un’occhiata a questo articolo che tratta le retribuzioni in Italia.

Competenze pratiche vs titoli di studio

Le stesse istituzioni lo confermano: progetti come Crescere in Digitale, promossi da Unioncamere e Ministero del Lavoro, hanno mostrato che i giovani che uniscono formazione e pratica in azienda trovano lavoro molto più facilmente rispetto a chi resta solo sui banchi. 

In effetti, nei nostri corsi questa realtà emerge in modo evidente, quando ti sporchi le mani con progetti veri, impari più velocemente, sbagli e migliori, acquisisci sicurezza. Ogni sito web pubblicato, ogni logo creato, ogni test di usabilità fatto con utenti reali diventa non solo un esercizio, ma una prova concreta da mostrare al mondo del lavoro.

Come costruire un portfolio che conta davvero

Il segreeto è considerare il portfolio lavori non solo come una raccolta di lavori ma come la prova tangibile delle tue competenze e della tua capacità di trasformare le idee in risultati concreti. Il titolo di studio racconta cosa hai studiato mentre il portfolio deve mettere in mostra cosa sei riuscito a realizzare.

Ogni progetto inserito diventa un tassello che testimonia la tua esperienza. Non deve essere solo un elenco di file, ma un racconto che esprime la tua evoluzione, i tuoi gusti, le tecniche che hai appreso, gli strumenti che sai usare, la tua creatività.

Ma il portfolio lavori non è solo una creazione di un momento, ha l'incredibile capacità di cresce insieme a te. A differenza di un attestato non rimane immutato nel tempo, puoi aggiornarlo costantemente inserendo nuovi lavori e dimostrando non solo quello che hai fatto in passato, ma anche quanto sei attivo, curioso e sempre in evoluzione.

In un settore come il design e il digitale, dove le tecnologie cambiano rapidamente, il portfolio diventa un documento vivo, che vale come biglietto da visita e come diario professionale. È la dimostrazione che non sei rimasto fermo alla teoria, ma che hai saputo metterti alla prova, sperimentare, sbagliare e migliorare.

Come costruire competenze pratiche subito

  • Lavora su progetti reali, anche piccoli, anche personali. L’importante è che siano concreti e pubblicabili.
  • Partecipa a corsi pratici: percorsi che prevedano laboratori, project work e collaborazione con aziende, non solo lezioni frontali.
  • Cerca partnership e networking: entrare in contatto con realtà produttive ti permette di imparare e di avere materiale concreto da inserire nel portfolio.
  • Ottieni certificazioni internazionali: Adobe ACA, Google Analytics, Meta Blueprint, HubSpot. Sono riconosciute a livello globale e integrano perfettamente le competenze pratiche.

Conclusione

La scuola e l’università forniscono una base teorica importante, ma non bastano più. Nel digitale, nella grafica e nel design, le aziende cercano persone in grado di fare, non solo di sapere.

Per questo, costruire da subito un portfolio solido e riconoscibile è la chiave per distinguersi sul mercato del lavoro. Il futuro appartiene a chi unisce teoria e pratica, e sa trasformare ciò che impara in risultati concreti.

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