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Scrivere on line ai tempi di clickbaiting

Scrivere online ai tempi del clickbait

In un post precedente abbiamo visto come scrivere per il web attraverso un decalogo dettagliato. I contenuti di qualità, su Internet, pagano sempre. 
Eppure da qualche anno tutti, anche i siti di informazione più importanti come Repubblica.it e Corriere.it hanno ceduto al clickbait (o clickbaiting). Di cosa si tratta? 

Letteralmente significa "esca da clic" e rende l'idea di un'azione finalizzata a "tirare su" qualcosa. In questo caso: utenti che cliccano su una notizia. O meglio, il titolo sensazionalistico. Perchè è di questo che si tratta e su questo si basa la prassi: attirare l'attenzione dell'utente attraverso parole che incuriosiscano, sconvolgano, scandalizzino, eccitino, facciano paura e preoccupino. Il titolo anticipa rivelazioni che poi, nell'articolo, non ci sono. Siamo quindi ai confini della bufala. Si tratta di contenuti di bassa qualità creati solo ed unicamente per incassare clic. Perchè? Per aumentare i numeri del proprio sito e vendere pubblicità. E fare soldi

Tra le forme più diffuse: 

  • È uno scandalo! Guarda qui! (gran successo con le foto di politici)
  • Scopri come si è presentata Tal dei tali al tappeto rosso!
  • Guarda cosa rischiamo mangiando X!
  • Clamoroso! Leggi cosa succederà a breve
  • Ora basta! Non ne possiamo più! Clicca qui 
  • Le foto rubate... guarda gli scatti. 

Tra quelle meno aggressive ci sono giornali che, in casi di eventi catastrofici, non esitano a pubblicare foto e video. A volte lasciando intendere ci sia qualcosa di macabro che poi, tra l'altro e per fortuna, non si trova. Un esempio? "Onda anomala contro una nave. FOTO" e poi nei contributi fotografici si trovano solo immagini della nave al porto. 

Facebook ha preso il problema molto seriamente e ha introdotto accorgimenti per bloccare il clickbaiting:  

  1. valuta  il tempo di permanenza delle persone sui post che puntano fuori da Facebook: se gli utenti seguono un link e trascorrono del tempo su quella pagina, probabilmente avranno trovato qualcosa di interessante altrimenti era spazzatura o non c'entrava nulla con il titolo. 
  2. calcola le interazioni con il contenuto dopo il clic:  maggiore sarà il numero di interazioni sul post di Facebook – dopo aver cliccato il link –più è probabile che gli utenti lo abbiano ritenuto credibile e interessante.

Vediamo qualche esempio tratto da 3 dei maggiori giornali italiani (19-05-17)

 

 Sopra, i verbi del titolo la dice lunga sulle intenzioni sensazionalistiche di chi l'ha scritto. 

Nella notizia sopra si preannuncia un thriller. La curiosità dell'utente è stimolata ai limiti della violenza. 

 

Sopra: la parola "orrore" rende questo titolo un esempio perfetto di "clickbaiting"

 

Sopra: chissà come sarà vestita l'ex Ministro Boschi per giustificare questo titolo. Risposta: in nessun modo scandaloso. E se anche fosse, non esiste il nesso con l'ex capitano del Milan. 

 

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